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Sparanise/Calvi Risorta di Domenico Ascolese– Prima il sospetto, adesso le prove ! Che l’area industriale della ex Pozzi potesse essere un immenso cimitero di rifiuti industriali lo si poteva facilmente intuire. Da anni la zona viene indicata come una vera e propria bomba ecologica. Adesso però vengono alla luce i primi fusti (nelle prime ore di scavo ne sono stati riportati in superficie almeno sei) che, un tempo, contenevano, sostanze chimiche. Non ci sono più dubbi: una vasta area, proprio alle spalle dell’ex industria che per decenni ha operato al confine fra Sparanise e Calvi Risorta, è in realtà, una gigantesca “tomba” di rifiuti industriali. Il tutto sulle sponde del torrente Rio Lanzi che finisce la sua corsa nel mare che bagna il litorale che va da Castelvolturno a Mondragone. I mezzi dell’Esercito Italiano e del Corpo Forestale dello Stato sono scesi fino ad una profondità di otto metri evidenziando una stratificazione di rifiuti che racconta come quei terreni siano stati sistematicamente utilizzati per sotterrare rifiuti, presumibilmente di matrice industriale.
Le ruspe sono entrate in azione su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, dopo un’indagine partita circa un anno fa, anche grazie alla coraggiosa denuncia del giornalista Salvatore Minieri. Gli esami finora svolti – attraverso le indagini del Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Calvi Risorta – hanno potuto accertare la presenza di sostanze nocive sulle verdure e sulla frutta circostante. Insomma si tratta di un ambiente già gravemente compromesso che, purtroppo, qualcuno vorrebbe definitivamente annientare con la costruzione di una centrale a biomasse. Come dire: monnezza sotto, monnezza sopra !!!
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