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Camorra, appalti e tangenti: arresti eccellenti in provincia di Caserta

Tra gli altri l’ex sindaco di Caserta e l’On Sarro
14/7/2015 19:4

Napoli - La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli ha reso noti i nomi degli arrestati e degli indagati accusati di associazione mafiosa al clan dei casalesi - gruppo Zagaria - e di corruzione, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti.
La decisione circa gli arresti e l’iter relativo alle indagini è affidata ad un comunicato a firma dei Procuratori Giuseppe Borrelli e Giovanni Colangelo, cui segue l’elenco completo delle persone coinvolte, 14 in tutto. Tra gli altri destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip di Napoli stamattina ci sono l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, l’ex consigliere regionale Angelo Polverino, ed il deputato già senatore e sindaco di Piedimonte Matese Carlo Sarro, attuale commissario provinciale di Forza Italia. Per Sarro, l’esecuzione del provvedimento è subordinata all’autorizzazione della Camera dei Deputati. E’stata altresì data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo avente ad oggetto conti correnti e quote societarie, stimati in circa undici milioni di euro. Nell'ordinanza applicativa delle misure cautelari, il GIP analizza gli esiti di una complessa indagine condotta dai Carabinieri del ROS, supportati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, nei confronti di una serie d’imprenditori edili di Casapesenna (CE) in stretto collegamento, fra gli altri, con alcuni esponenti politici locali e nazionali. Fra i soggetti colpiti dai provvedimenti emessi dall'Ufficio del GIP distrettuale, infatti, vi sono SARRO Carlo, attuale membro della Camera dei Deputati, l’ex Senatore della Repubblica BARBATO Tommaso, POLVERINO Angelo, già Consigliere della Regione Campania e l’ex Sindaco di Caserta DEL GAUDIO Pio. IL GIP ritiene che vi siano gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’imprenditore edile FONTANA Giuseppe; in particolare, attraverso le attività di intercettazione, il Giudice ha ritenuto accertato come egli, dal 2009, dopo essere stato colpito da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dall'Ufficio Territoriale del Governo di Caserta, sia stato costretto a non poter più contrattare con la Pubblica Amministrazione. Tuttavia, costui ha posto in essere strategia volta ad eludere tale divieto che si è manifestata: – con la denuncia, presso la Compagnia Carabinieri di Casal di Principe (CE), insieme ad altri imprenditori della zona, di una serie di episodi estorsivi riconducibili all'allora latitante ZAGARIA Michele. Al riguardo, grazie alle intercettazioni effettuate, si è subito compreso come i fatti denunciati rappresentassero solamente l’inizio di un più complesso disegno finalizzato a ottenere una “rigenerazione” di tutti quegli imprenditori che, anche a seguito della costituzione di un’associazione antiracket, avrebbe garantito loro nuove commesse con la Pubblica Amministrazione. Il GIP dà conto che quanto emerso è stato recentemente confermato anche dallo stesso ZAGARIA Michele il quale, in occasione di un pubblico processo, in sede dibattimentale, ha spontaneamente negato di essere il mandante delle denunciate estorsioni precisando, di contro, di essere stato molto legato dal punto di vista economico ed “affettivo ” agli imprenditori denuncianti; – attraverso un radicato rapporto di amicizia con COSENTINO Giovanni ed ESPOSITO Maria Costanza, rispettivamente fratello e consorte di COSENTINO Nicola. Infatti, mediante la loro intercessione, FONTANA Giuseppe ha tentato di ottenere dall'Onorevole SARRO Carlo, Commissario Straordinario dell’ATO 3 “Sarnese-Vesuviano”, Ente d’Ambito che gestisce i servizi idrici nelle province di Napoli e Salerno, l’assegnazione di un grosso appalto bandito da quell'ente, rappresentando altresì l’intenzione, qualora la sua richiesta non fosse stata esaudita, di denunciare lo stesso SARRO Carlo, poiché destinatario di una tangente di 2.500.000/00 euro. Nella circostanza, il GIP ritiene che si sia accertato che quest’ultimo, con la complicità degli imprenditori edili PICCOLO Lorenzo e FONTANA Antonio, abbia turbato il regolare svolgimento della gara d’appalto bandita dalla G.O.R.I S.p.a. e ricadente proprio nel territorio dell’ATO3 Sarnese-Vesuviano relativa ai “Lavori di manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie ” per un importo stimato, IVA esclusa, di 31.710.000/00 di euro. Ne abbia garantito quindi l’aggiudicazione, in complessivi tre lotti, a ditte riconducibili al clan di ZAGARIA Michele, ed in particolare all'impresa di PICCOLO Lorenzo, ossia la IDROECO s.r.l, che si è aggiudicata il primo lotto, ed al CONSORZIO STABILE GRANDI OPERE S.C. a r.L, riconducibile a FONTANA Antonio, che si è aggiudicata il terzo lotto; – mediante l’elargizione, a seguito della promessa di aggiudicazione di appalti pubblici, di somme di denaro a esponenti politici locali, ovvero al consigliere regionale POLVERINO Angelo, in occasione del rinnovo del Consiglio Regionale della Campania del 2011, e all'allora Sindaco di Caserta DEL GAUDIO Pio, in occasione della sua candidatura a primo cittadino di Caserta. Proprio dalle parole dello stesso FONTANA Giuseppe proveniva l’ammissione di avere consegnato a DEL GAUDIO la somma di 30.000/00 euro e quindi la successiva pretesa di restituzione, atteso che, di fatto, tale elargizione non gli aveva arrecato alcun vantaggio economico. Analoga condotta è stata posta in essere anche nei confronti di POLVERINO Angelo, al quale il FONTANA risulta avere corrisposto, su indicazione dello stesso DEL GAUDIO, la somma di 20.000/00 euro, previa promessa di una condotta di generale appoggio alle sue richieste, ovvero di far assegnare a ditte a lui riconducibili lavori pubblici; - con l’interessata amicizia, coltivata strumentalmente, con appartenenti alle Forze di Polizia, con lo scopo di fare decadere, formalmente, tutti quei presupposti e dati di fatto che, attraverso le informazioni antimafia redatte dai vari organismi deputati, avevano dato luogo all'emissione del provvedimento interdittivo emesso nei suoi confronti. In particolare, si è assistito al coinvolgimento di un appartenente all'Arma dei Carabinieri, in quanto stimolato ad intercedere con gli addetti alla stesura delle informazioni antimafia, nonché sollecitato a riferire a COSENTINO Giovanni ed allo stesso FONTANA Giuseppe notizie riservate in merito allo svolgimento di indagini sul conto della famiglia COSENTINO. Della stessa indole è apparso il legame amicale con un appartenente alla Guardia di Finanza, il cui rapporto di frequentazione era finalizzato principalmente a conoscere l’esito delle attività investigative che quella Polizia Tributaria stava conducendo nei confronti del Consorzio Appalti Grandi Opere – A.G.O. -riconducibile alla famiglia FONTANA e nei riguardi di FONTANA Orlando fratello di Giuseppe. Su tale vicenda il GIP si è riservato di decidere in ordine alla richiesta di applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio; - con l’acquisizione, mediante un prestanome, del 51% di una società di costruzioni, la ISI. Costruzioni Generali s.r.l. Con una nuova veste, il medesimo ha quindi tessuto una serie di rapporti con esponenti politici campani dai quali è riuscito ad ottenere la promessa di grossi appalti. Il GIP ha ritenuto, altresì, accertato che il “sistema”, poggiandosi su una ristretta cerchia d’imprenditori edili, tutti riconducibili a ZAGARIA Michele ed in stabili rapporti di frequentazione con lui, per anni ha sfruttato una condizione di oligopolio che ha permesso, alle stesse aziende, di acquisire ingenti commesse da parte dell’Ente Regione Campania – Settore Ciclo Integrato delle Acque, per lavori di ristrutturazione e manutenzione della rete idrica fognaria ed introitare, a vantaggio del clan, diversi milioni di euro. In particolare, BARBATO Tommaso, agendo dapprima in qualità di responsabile del settore regionale collegato al Ciclo Integrato delle Acque e, successivamente, nelle vesti di Consigliere Regionale in quota UDEUR, di Senatore della Repubblica del medesimo partito politico e, da ultimo, di persona comunque impegnata in attività politiche, procurava ai diversi imprenditori legati al Gruppo ZAGARIA continue commesse in regime di “somma urgenza” per la manutenzione e la gestione degli acquedotti regionali della Campania, con la conseguente fruizione da parte del clan di uno strumento di sostentamento stabile e di apparente provenienza lecita, ricevendo in cambio dal somme di denaro ed appoggio elettorale. Il GIP ha ritenuto altresì, visto e accertato il sistema anche il coinvolgimento di FONTANA Giuseppe e di suo fratello Orlando in una vicenda riguardante l’omesso sequestro di un supporto magnetico – una chiavetta USB a forma di cuore – rinvenuto nel bunker di ZAGARIA Michele il giorno della sua cattura e del suo successivo passaggio di mano. In particolare, nell'ordinanza è specificato che FONTANA Orlando, grazie alla complicità di un non meglio identificato appartenente alla Polizia di Stato e previa consegna della somma di 50.000/00 euro, ha custodito il supporto informatico riconducibile a ZAGARIA Michele, prima di “passarlo” definitivamente a un altro appartenente al clan dei Casalesi – gruppo ZAGARIA, al fine di tenerne celato il contenuto.
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