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Sparanise piange Don Carlo Lambiase, per 19 anni parroco di San Vitaliano

Aveva 73 anni.a luglio avrebbe compiuto 50anni di sacerdozio
24/3/2018 12:10

Sparanise, di Ilario Capanna – Dopo una lunga malattia, si è spento nel tardo pomeriggio di ieri Don Carlo Lambiase, per quasi 20 anni alla guida della parrocchia di San Vitaliano. Era una persona, prima ancora di un prete, dotata di un’intelligenza ed una cultura davvero fuori dal comune. Nato nella vicina Pietramelara il 25 gennaio del 1945, dove visse i primi anni e l’adolescenza e dove maturò la sua vocazione, completò il suo percorso di studi dai gesuiti dell’Università napoletana di Posillipo dove conseguì la laurea in teologia con il massimo dei voti. Successivamente, a completamento della sua formazione classica si laureò anche in lettere e filosofia. A soli 23 anni prese messa con dispensa perché troppo giovane. Successivamente fu segretario particolare dell’indimenticato Vescovo Sperandeo per ben 20 anni nel vescovado di Teano. Ebbe un prestigioso incarico dal Vaticano come Nunzio Apostolico ma rifiutò, inviando una appassionata missiva a Papa Giovanni Paolo II, per restare accanto all’anziana madre. Negli anni ’80 giunse a Sparanise per guidare la parrocchia di San Vitaliano dove resterà per 19 anni. Fu un periodo molto intenso e ricco di soddisfazioni. Tornò poi nella natia Pietramelara dove, purtroppo, si ammalò di una malattia che lo colpì nel fisico ma non nello spirito. Dodici anni di autentico calvario che Don Carlo, intanto Direttore della Diocesi di Teano Calvi, con il sostegno della sorella Teresa e dell’amato nipote Giancarlo, ha affrontato fino a ieri con autentico spirito cristiano. Otto anni fa volle tornare a Sparanise dove viveva nella casa di corso Matteotti. Il 14 luglio di quest’anno avrebbe tagliato l’invidiabile traguardo dei 50 anni di sacerdozio. Super tifoso della Juventus, insegnò a lungo religione nell’istituto tecnico commerciale “Galilei” di Sparanise. Teologo colto e raffinato, amava discutere amabilmente delle più svariate tematiche riuscendo, puntualmente a far luce sui dettagli nascosti che spesso svelavano la soluzione agli interrogativi. Personalmente ho sempre ritenuto don Carlo Lambiase un prete, ma prima di tutto un uomo, dotato di un’intelligenza superiore. Una guida religiosa veramente di alto profilo, capace di scandagliare nel profondo l’animo dei fedeli fino ad indurli, con quel mix di ragionamento e fede di matrice gesuita, a porsi degli interrogativi esistenziali importanti ma con risposte sempre volte a migliorare lo spirito ed a favorire la crescita dei fedeli. Contrariamente a quanto poteva sembrare, Don Carlo amava dialogare con i giovani attraverso schemi raffinati e poco convenzionali ma sicuramente efficaci nella sostanza. Li stimolava al ragionamento, li invitava a guardare lontano, a crescere ed a confrontarsi senza temere le incognite del futuro, non disdegnando di essere anche una “guida politica”, nell’accezione positiva e nobile del termine, capace di scuotere le coscienze dei fedeli ed indirizzarne l’impegno verso tematiche sociali, economiche e culturali davvero importanti. Spesso amava ripetere: se la casa, usata come metafora della famiglia, è costruita sulla roccia stai certo che difficilmente crollerà al primo scossone ed anche se esso dovesse essere forte, saprai sempre quali correttivi dovrai applicare per salvaguardarla. Parimenti, se l’uomo si è formato con lo studio, la disciplina ed il rispetto per sé stesso e per gli altri, ed ha coltivato lo spirito difficilmente fallirà i suoi obiettivi. Era un prete d’altri tempi che sapeva essere guida e che avrebbe potuto offrire molto di più se la malattia non lo avesse prematuramente colpito. Infine, mi si lasci esternare e condividere con i lettori una considerazione personale che forse non troverà un consenso unanime, ma è in buona fede ed è frutto di una profonda conoscenza del prete e dell’uomo. Da sparanisano ho sempre percepito Don Carlo Lambiase come un fine teologo forse fin troppo colto per un clero che, viceversa, ha sempre dimostrato di prediligere una guida più iconoclastica ed incline alle liturgie classiche, piuttosto che correre il rischio di aprirsi alla conoscenza figlia del sapere profondo e della sfida che ogni essere umano dovrebbe accettare per affrontare il futuro con una forza granitica e consapevole. Toccante il ricordo del sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, che di Don Carlo è stato alunno: ” Con la scomparsa di Don Carlo questa comunità perde un pezzo importante! Un uomo, un pastore, guida per intere giovani generazioni!”. Domani pomeriggio, in piazza Giovanni XXIII, nella stessa chiesa dell’Annunziata che lo ha visto per migliaia di volte celebrare le funzioni religiose, alla presenza del Vescovo della diocesi di Teano-Calvi, dalle ore 15,00, la comunità si stringerà intorno ai familiari per l’estremo saluto. Buon viaggio caro Don Carlo, ci mancherai.
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