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Il Comune vince i ricorsi in Commissione Tributaria Regionale, la chiesa paghi!

Martiello aveva ragione: per don Liberato batosta di 21.028
13/4/2019 15:35

Sparanise – Il secondo tempo della partita tra il Comune di Sparanise e la Parrocchia di San Vitaliano, o come qualcuno, l’anno scorso, pur di buttarla in caciara, volle trasformarla in una sorta di battaglia Stato-Chiesa, tra il sindaco Martiello e Don Liberato Laurenza, ha sentenziato una netta vittoria del primo a totale danno del secondo. Nei giorni scorsi, infatti, la Commissione Tributaria della Regione Campania si espressa sui ricorsi inoltrati dal Comune di Sparanise ribaltando completamente il parere della Commissione Provinciale di Caserta e fissando quindi il punteggio su 5 a 0. Ma come si è arrivati a questa situazione? Facciamo un passo indietro nell’umile tentativo di diffondere un’informazione corretta ed obiettiva nell’esclusivo interesse della collettività. Nel corso dei lavori di ristrutturazione della facciata della Chiesa dell’Annunziata, il Comune chiese il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per un ammontare di circa 12.000 euro. Si tratta della tassa che in Italia paga chiunque occupi il suolo pubblico per lavori. Don Liberato Laurenza, tramite l’avvocato Salvatore Piccolo (già sindaco di Sparanise), si oppose al pagamento e ricorse in Commissione Tributaria Provinciale. In totale, su cinque ricorsi, finì 3 a 1, (un ricorso non è stato mai inoltrato) a favore del parroco. L’allora sindaco Martiello venne letteralmente lapidato e deriso a più riprese dai soliti soloni attraverso la stampa (certa stampa, sempre la stessa…) ed a mezzo social network, per essersi messo contro la Chiesa, per aver sprecato soldi pubblici, per delirio di onnipotenza, per follia e, infine, per aver pure perso i ricorsi a danno dei cittadini di Sparanise. Ma si sa, le partite (memorabile la finale di Champions League di Istanbul, persa dal Milan contro il Liverpool dopo il 3 a 0 dei primi 45 minuti) non finiscono mai dopo il primo tempo. Cosi il sindaco Martiello invita la funzionaria dell’Ufficio Tributi Comunali, signora Nunzia Di Fiore, a redigere e presentare ricorso in Commissione Tributaria Regionale, quindi senza nominare neanche un avvocato e dunque a costo zero per l’Ente di piazza Giovanni XXIII. Passa quasi un anno e la Commissione, rifacendosi ad una sentenza emessa dalla Cassazione (che, evidenziata dall’allora segretario comunale Domenico Cerqua, attualmente giudice della Corte dei Conti, è all’origine dell’azione di recupero posta in essere dal Comune di Sparanise) , emette i verdetti. Il primo, numero 2838/19, dispositivo presentato in data 28/03/2019 dà ragione al Comune per un importo di €. 4.757,00. Il secondo, numero 2839/19, dispositivo presentato in data 01/04/2019, dà ragione al Comune per un importo di €. 7.092,30. Il terzo, numero 2838/19, dispositivo presentato in data 01/04/2019, dà ragione al Comune per un importo di €. 3.023,00. Tali sentenze vanno a sommarsi alla n° 2532/18 emessa della Commissione Provinciale il 22/05/2018, pari ad euro 3119,00, favorevole al Comune di Sparanise e per la quale l’ufficio comunale tributi ha già emesso il ruolo. Il quadro è completato dall’avviso di accertamento di euro 3.040,44, per il quale non essendo stato fatto ricorso, l’ufficio comunale tributi ha già emesso il ruolo. In definitiva, allo stato dei fatti, sommando la sentenza delle Commissioni provinciale e regionale, il parroco don Liberato Laurenza, sempre che non intenda spendere altri soldi in avvocati ed arrivare fino in Cassazione ( come da suo diritto), dovrà versare nelle casse del Comune di Sparanise la ragguardevole somma di euro 21.028,74. Morale della favola? In attesa di eventuali tempi supplementari, e tenendo lontana ogni malevola interpretazione di questo articolo, ancorato alle sola "realtà delle carte", e lontano dal voler fomentare o propendere da una parte piuttosto che da un altra, per il momento l’intera vicenda può essere chiusa con un invito, decisamente socratico, che in latino si scrive cosi: “dura lex, sed lex”.
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