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Dpef, quattro ministri dicono no

Lettera aperta a Romano Prodi
23/6/2007 16:32

Roma - Sul Dpef ci vuole un cambio di rotta. A dirlo sono quattro ministri della sinistra radicale, Alfonso Pecoraro Scanio dei Verdi, ministro dell'Ambiente, Mussi (Sd) dell'Università, Ferrero e Bianchi (Prc), della Solidarietà e dei Trasporti. In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, i quattro hanno detto di essere preoccupati sull'andamento della trattativa con le parti sociali.
"Non condividiamo la posizione con cui il governo, e segnatamente il ministro dell'Economia, affronta questa trattativa- si legge nella lettera- da un lato, le risorse messe a disposizione per affrontare i temi sul tappeto sono troppo limitate e, dall'altro, il balletto delle cifre determina un quadro francamente incomprensibile per il Paese tutto". Tra i punti cruciali da affrontare, la lotta alla precarietà attraverso il superamento della Legge Biagi, la definizione di un intervento di edilizia pubblica, il rilancio della ricerca scientifica e l'abolizione dello scalone previdenziale. "La redistribuzione delle risorse recuperate dalla lotta all'evasione fiscale - puntualizzano ancora - deve essere netta e inequivoca, non acconsentendo a quelle richieste di riduzione del debito a tappe forzate che provocherebbero solo danni al paese, sia sul piano sociale che economico". L'insoddisfazione dell'ala radicale di governo spinge i ministri a chiedere a Prodi "di imprimere al confronto con le parti sociali la svolta capace di rispondere positivamente alle ragioni che ci hanno portato a vincere la sfida elettorale dell'anno scorso".La lettera dei quattro ministri ha sollevato i commenti delle diverse parti politiche. "La rivoluzione demografica non è un'invenzione diabolica del ministro Padoa Schioppa. Quello che scrivono i quattro ministri dovrà essere attentamento valutato ma ci sembra che non tenga in debito in conto i vincoli di bilancio e le risorse effettivamente disponibili" ha affermato il vice segretario dello Sdi, Roberto Villetti a proposito della lettera che quattro ministri della sinistra di governo hanno inviato a Prodi. Secondo Renato Schifani,capogruppo di Forza Italia al Senato "La lettera di contestazione a Padoa Schioppa è lo specchio del dissidio insanabile che esiste tra le due anime dell'Unione. Un dissidio strutturale, che non potra' certo trovare soluzione nell'apparente novita' della leadership veltroniana". E la risposta del Governo non si è fatta attendere, tramite il portavoce Silvio Sircana "Le osservazioni mosse alla modalità di gestione della trattativa con le parti sociali verranno prese in considerazione e le decisioni su questi argomenti saranno prese dall'intero Consiglio dei ministri sotto la guida di Romano Prodi", ha detto. Fonte: Tgcom
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