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Lavoro: un 2007 negativo, in calo i nuovi posti

Allarmante rapporto di Unioncamere, 16mila unità in meno
25/6/2007 17:24

Roma - Quest'anno saranno 83 mila (+0,8%) i posti di lavoro in piu' creati nelle aziende italiane. Lo rileva Excelsior 2007, il Sistema informativo realizzato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro. Il rapporto, giunto alla 10ma edizione, segnala anche che cresce il gap tra Nord e Sud, le grandi imprese tornano ad assumere, la flessibilita' introdotta dal pacchetto Treu e dalla legge Biagi ha contribuito alla crescita occupazionale, ma l'ingresso al lavoro attraverso l'apprendistato e' ancora limitato, laureati e diplomati richiesti dalle imprese aumentano. La previsione di nuovi posti di lavoro emerge dal saldo tra assunzioni (oltre 839 mila) e uscite (circa 756 mila) previste nel 2007. Se il tasso di crescita si avvicina a quello del 2006 (+0,9%), tuttavia, in valori assoluti i nuovi posti di lavoro previsti saranno 16 mila in meno rispetto all'anno scorso, per effetto - spiega Unioncamere - essenzialmente di un maggiore turnover rispetto al recente passato. Dei circa 840 mila nuovi lavoratori richiesti dalle imprese, il 39,2% trovera' impiego nell'industria e il restante 60,8% nei servizi. Il 52,6% dei dipendenti richiesti sara' assunto al Nord e quasi il 62,1% in aziende con meno di 50 dipendenti (il 42,1% in aziende di 9 dipendenti). L'indagine evidenzia che le imprese cercano sempre piu' laureati (75.330 le assunzioni previste nel 2007, +9%), ma soprattutto diplomati (293.050 assunzioni quest'anno, +34,9%). Le lauree piu' richieste restano quelle economiche; per i diplomi, invece, in testa l'indirizzo amministrativo e commerciale. Tra le assunzioni previste nel 2007 la maggior quota sara' tra impiegati, professioni commerciali e nei servizi (34,9%), seguita da operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (33,2%), dirigenti, impiegati con alta specializzazione e tecnici (18,1%) e personale non qualificato (13,8%). Per quanto riguarda i settori, invece, anche quest'anno la crescita occupazionale sara' trainata dall'edilizia (+1,5%), seguita dalle attivita' commerciali e, a distanza, dal turismo. Il tasso di crescita della base occupazionale conferma la prevalenza del Mezzogiorno: il Sud e le Isole battono il resto della penisola sia per le assunzioni (10% il tasso di entrata) che per saldo occupazionale (+1,3%). Seguono il Centro (7,8% le entrate e +0,8% il saldo), il Nord-Est (7,6% e +0,8%) e il Nord-Ovest (6,4% e +0,4%). Sul podio per i nuovi posti di lavoro creati si piazzano Lombardia, Campania e Veneto. Sia al nord che al sud le grandi imprese ricominciano ad assumere, mentre si ridimensiona il ruolo di motore della crescita occupazionale da sempre attribuito alle piccole e piccolissime imprese. I contratti a tempo indeterminato continuano a perdere peso nelle preferenze degli imprenditori (dal 60% del 2001 al 45,4% del 2007), ma ''non e' avvenuto il 'sorpasso' a vantaggio del contratto a tempo determinato'' (42,6%), sottolinea Unioncamere. Ancora scarso inoltre il ricorso all'apprendistato. Aumentano infine le assunzioni 'complicate' per le imprese (29,6%), quelle causate da difficolta' di reperimento di figure da assumere e dal loro effettivo livello di qualificazione. Proprio la difficolta' di reperimento sta dietro all'aumento della domanda di personale immigrato (si assestera' nel 2007 tra 159.600 e 227.570 unita'), che si concentra soprattutto nei servizi e nel Nord-Est. Di seguito le assunzioni previste dalle imprese nel 2007 per gruppi professionali: PROFESSIONI % SUL TOTALE - Impiegati, professioni commerciali e nei servizi 34,9 - Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine 33,2 - Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici 18,1 - Professioni non qualificate 13,8. Fonte: (ANSA)
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