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Sgominato clan di albanesi che gestiva mercato della prostituzione

Blitz a Caserta ed in altre città d’Italia
28/9/2007 16:47

Napoli - Vendute dalle proprie famiglie per poche centinaia di euro ad una spietata organizzazione con base a Napoli e ramificazioni a Milano, Firenze, Bologna, Bari, Salerno e Caserta, erano ridotte in schiavitu', torturate e costrette a prostituirsi. Numerose, alcune decine, le ragazze vittime del sodalizio criminale sgominato alle prime ore del giorno dalla squadra mobile di Napoli che ha eseguito 15 dei 21 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda partenopea. In carcere e' finito il capo dell'organizzazione, Hasimaj Taulant, un trentenne albanese, ed altri suoi dodici connazionali oltre ad una cittadina rumena e a un bulgaro. Altri componenti dell'organizzazione sono sfuggiti alla cattura: rifugiatisi in Albania, su di loro pende una mandato di arresto internazionale. Nell'organizzazione anche due donne passate dalla strada ai vertici del sodalizio. Le ragazze, tra loro anche delle minorenni provenienti soprattutto dall'Albania e dalla Romania, venivano acquisite direttamente dalle loro famiglie ad un prezzo che variava dai 500 ai 1500 euro e indotte alla prostituzione una volta arrivate in Italia all'insaputa delle famiglie e il piu' delle volte delle stesse donne ingannate con promesse di vario tipo. Le ragazze venivano scelte nelle zone piu' povere di quei paesi e a patto che avessero pochi legami familiari. Spietati i metodi usati per ridurle in uno stato di soggezione: dalle minacce alle ferite da coltello ricoperte di sale. Frequenti i bagni in vasche ricoperte di ghiaccio per coprire gli ematomi. Ingente il giro d'affari: ogni ragazza guadagnava dai 600 ai 700 euro al giorno, proventi che finivano interamente nelle tasche degli aguzzini che lasciavano alle loro schiave solo piccole quote di quei guadagni. Dai dieci ai quindici rapporti sessuali al giorno, la media delle prestazioni da garantire anche quando erano sfinite dai dolori. Le indagini, durate piu' di un anno tra pedinamenti e intercettazioni telefoniche, si sono avvalse della decisiva collaborazione di una ex 'schiava', una cittadina albanese sequestrata all'eta' di 14 anni e sfruttata per diversi anni, che ha trovato il coraggio di denunciare i suoi carcerieri. Gli inquirenti, inoltre, grazie al fatto che i reati emersi sono stati commessi in piu' Stati, si sono avvalsi per la prima volta dell'articolo 3 della legge 146/2006 contestando l'associazione a delinquere transnazionale oltre allo sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri umani. Altre ragazze che hanno deciso di collaborare godono del programma di protezione. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il capo della squadra mobile partenopea Vittorio Pisani, Silvia Giusti della Sezione extracomunitari della Squadra mobile e il pm della Dda di Napoli, Raffaello Falcone. Fonte: (ANSA).
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