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Blitz ambientalista a Pignataro, semina di grano sull’area destinata a discarica

Cittadini agricoltori e militanti a difesa del territorio
28/11/2007 16:26

Pignataro Maggiore - Clamoroso blitz sui terreni che erano appartenuti allo storico “capo dei capi” della mafia siciliana, Luciano Liggio, questa mattina a Pignataro Maggiore, città tristemente nota come la “Svizzera della camorra”, in provincia di Caserta. Un agguerrito gruppo di esponenti del movimento anti-clan, di agricoltori e di ambientalisti è penetrato sulle cento moggia di Contrada Arianova – confiscate dalla magistratura alla cosca mafiosa Lubrano-Nuvoletta, alleata dei “corleonesi” di Totò Riina e Bernardo Provenzano – ed ha seminato il terreno, acquisito al patrimonio indisponibile del Comune di Pignataro Maggiore, da cinque anni affidato al Consorzio “Icaro” ma nei fatti restato sotto un attivo e intimidatorio condizionamento camorristico-mafioso. Gravissime le responsabilità accumulate in questi anni dalle Istituzioni, sia a livello locale, sia a livello provinciale, regionale e nazionale. Grazie all'incursione di questa mattina, sulle cento moggia della Masseria Arinanova – dove le consorterie criminali ancora imperavano e dove, addirittura, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, vorrebbe realizzarvi una disastrosa discarica – nascerà il grano, simbolo della rinascita e della rivolta anti-clan di una comunità martoriata dalla cosche camorristico-mafiose e abbandonata dallo Stato. Il blitz che ha avuto inizio alle 10 di oggi era stato messo a punto ieri sera nel corso di una riservatissima riunione alla quale avevano partecipato solo alcune delle persone che sono penetrate sui terreni confiscati per la semina; altre sono state avvisate nel corso della notte. Alla incredibile manifestazione di protesta – che non ha precedenti in tutta Italia – hanno assistito anche alcuni giornalisti riusciti a perforare il muro dello strettissimo riserbo; sono state scattate delle fotografie che resteranno nella storia della battaglia anti-cosche. L'iniziativa si è svolta senza alcuna tensione, tanto più che la segretezza con la quale era stato messo a punto il blitz ha impedito che la notizia arrivasse preventivamente alle forze dell'ordine. La sfida che era in preparazione era nota ad alcuni esponenti politici locali, ma niente era stato comunicato al sindaco (se non a blitz già iniziato) e al resto del Consiglio comunale nella sua interezza istituzionale. Colto di sorpresa anche il Consorzio “Icaro” che in cinque anni non era stato in grado di utilizzare – come era suo dovere e come si era impegnato a fare – le cento moggia di terreno confiscate alla cosca Lubrano-Nuvoletta, consorteria criminale che le gestiva in nome e per conto dei suoi alleati “corleonesi”, Luciano Liggio prima e Totò Riina e Bernardo Provenzano poi. Questa mattina è stato segnato un punto importante a favore della legalità. Ora si attende di sapere se il commissario straordinario, prefetto Pansa, vuole attendere con tutti noi la nascita del grano o se vuole sommergere tutto con un diluvio di immondizia. Fonte: Comunicato stampa
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