Untitled-1
©2007 | Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Reg. N° 676/2007

 

 
 
----------------

Peppe Capezzuto, la leggenda sparanisana del ciclismo d'altri tempi

Dalla 2a guerra mondiale ad Eddy Mercks sempre in bici
28/7/2009 12:10

Sparanise, di Ferdinando Paternosto - Una vecchia bicicletta sgangherata utilizzata per correre su e giù per i campi e le polverose strade di Sparanise sotto l’incubo dei bombardamenti. E’ iniziata così l’avventura ciclistica di Giuseppe Capezzuto, Peppe, per gli amici e come lo chiameremo noi, oggi signore di mezza età, che ci racconta la passione della sua vita. Dagli inizi pionieristici nelle gare locali, indossando un pantaloncino multicolore (frutto di un tagli e cuci nella maglieria e sartoria del Campo delle Monache regalatogli da Giuseppe Mandara) fino alle partecipazioni a competizioni di carattere nazionale. La prima gara è datata 1949, a Sparanise con un piazzamento di tutto rispetto: secondo! La grande potenza fisica era la principale dote di Peppe, notata subito da due esperti del settore, Totonno Romeo e Francesco Roncone grazie ai quali intraprese, con successo, l’attività agonistica. Romeo, da subito, divenne anche il suo trainer. “La prima bicicletta – afferma Peppe Capezzuto – l’ho acquistata da Gennarino Fattore per 14.000 lire. Erano gli inizi degli anni cinquanta. E’ in quell’epoca che è iniziata la carriera vera e propria”. Una carriera non solo costellata da tanti successi, frutto di partecipazioni a gare regionali e nazionale, ma anche da tanti episodi. Come quello avvenuto durante una gara da Pompei ad Avellino. “C’era un caldo tremendo con una temperatura di 40°. La gara era dura e mi trovavo in piena salita sulla strada che conduce a Monteforte Irpino. Il mio fisico era perfettamente allenato e riuscivo a sopportare la fatica della salita e per non distrarmi rifiutai perfino la borraccia d’acqua che mio fratello Vitaliano, a bordo del suo Morini 98, aveva tentato di passarmi. E ricordo l’ira di mio fratello che scagliò la borraccia sulla mia schiena”. Non sono mancati, inoltre, episodi pericolosi, come quando forò un pneumatico a 90 km/h e riuscì a mantenere il controllo della bicicletta per non finire contro i piloni di un cavalcavia. All’epoca c’era un altro atleta sparanisano, Mario Micillo, che prendeva parte a varie gare sia a carattere provinciale che regionale, anche per motivi anagrafici, aveva più esperienza. Così in paese, nacque una sana rivalità, alla Coppi e Bartali. “Mario Micillo è stato ed è un mio grande amico e sono stato il primo a festeggiarlo quando arrivò primo in una importante gara, mentre io conquistati solo il 25° posto. Ritornammo insieme a Sparanise (sempre accompagnati dal trainer Romeo), in treno, e alla stazione trovammo la banda e mezzo paese a festeggiarci. Era San Vitaliano, il Patrono di Sparanise, e ci fu una doppia festa”. Tra i due c’era anche una grande solidarietà come dimostra un episodio durante una gara a Gragnano. “Romeo, in piena corsa – ricorda Peppe – mi chiese di cedere la bicicletta a Micillo perché aveva forato e le sue caratteristiche fisiche erano più idonee a quel tipo di percorso. Cosa che feci volentieri e con grande spirito di squadra. Purtroppo il gesto non servì in quanto Micillo non riuscì a tagliare il traguardo tra i primi cinque. Dopo il ritiro dalle corse dell’amico-rivale Mario Micillo, Peppe, ha continuato a prendere parte ad importanti gare come la Trieste – San Pellegrino in otto tappe, organizzata dalla Gazzetta dello Sport e che aveva come direttore di gara il mitico Vincenzo Torriani. “A questa gara – prosegue – parteciparono altri due ciclisti casertani, Acconcia di Recale e Marzaioli di Maddaloni che di lì a poco passarono tra le fila dei professionisti e presero parte al Giro d’Italia. Tanti, dunque, i ricordi e le soddisfazioni come quella avuta nell’ottobre del ’51 ai campionati regionali. “Credo che sia stata la gara che mi ha dato più soddisfazione di tutte. Arrivai primo distanziando il secondo di tre minuti e di sei il resto del gruppo”. Terminata l’attività agonistica Giuseppe ha fatto l’allenatore del Club del Pedale di Sparanise (fondato dal mitico Giuseppe De Felice) ed ha allenato i suoi due figli, Vittorio ed Alessandro ed altri giovani promesse come i fratelli Vittorio e Tonino Monteforte. “Questi ragazzi mi hanno regalato tante soddisfazioni. In particolare mio figlio Alessandro, campione provinciale e regionale nel 1991 e Vittorio Monteforte che ha vinto numerose gare a livello regionale”. Ha ricoperto, infine, l’incarico di Direttore Sportivo di secondo livello ed ha terminato l’attività alla GS Casalba Leds Sport di Macerata Campania nel 2005. Oggi Peppe, amatissimo nonno, conduce una vita tranquilla con al suo fianco l'amata Maria, compagna di una vita ed accompagnatrice fidata delle imprese del campione sparanisano, nella sua casa, dove le pareti ricordano, attraverso vecchie fotografie ormai ingiallite, una carriera ciclistica intensa e ricca di soddisfazioni.
----------------------
----------------------
Untitled-1