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Oggi è nato il Popolo della Libertà? Fini ha fatto un discorso da statista

Berlusconi per la prima volta messo in discussione
22/4/2010 17:46

Roma - “Berlusconi te lo dico in faccia: il tradimento che è certamente poco dignitoso, viene spesso da chi alle spalle dice il contrario di ciò che dice pubblicamente, ma raramente il tradimento è nella coscienza di chi si assume la responsabilità di quello che pensa in privato e pubblicamente”. Gianfranco Fini con il suo discorso di oggi alla Direzione nazionale del Pdl ha sicuramente cambiato la politica italiana. Mai fino ad oggi un collega di partito o di coalizione aveva messo tanto in difficoltà il Presidente Berlusconi. La controprova è la replica del Cav., stizzita, nervosa. Un Berlusconi che la butta subito sul personale. E ci va pesante. “Ha sbroccato”, ha detto il giornalista di Sky. Forse è così.
Di sicuro oggi è finito il partito monarchico. Il capo è stato messo in discussione, sfidato sui temi concreti che interessano gli italiani e i militanti, iscritti e simpatizzanti del Pdl. Toccò in Gran Bretagna alla Thatcher a cavallo tra gli anni ‘80 e i ’90, è toccato oggi a Silvio Berlusconi. È il bello della democrazia. Tornando alla “ciccia” del discorso di Fini, notevoli sono gli spunti del Presidente della Camera che hanno riguardato l’abolizione delle province, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali (vera fonte di potere della Lega), l’innalzamento dell’età pensionabile (“si cominci ora per far stare meglio i nostri figli domani”) che libererebbe le risorse necessarie per abbassare finalmente le tasse. La proposta di Fini di convocare gli Stati generali del Pdl sull’economia va in tale direzione. Fini poi incalza sul rapporto Pdl-Lega. È indubitabile che il Pdl appaia sempre di più come una fotocopia del partito di Bossi. Ed è ingeneroso che Berlusconi dia agli ex di AN tutte le responsabilità del boom leghista al Nord. Come si sentiranno adesso – verrebbe da chiedere – i 75 ex An che hanno firmato il documento”berlusconiano”? Il Presidente della Camera tira poi fuori una parola fino ad oggi “sconosciuta” al Pdl: “Legalità”. Berlusconi “freme” quando Fini gli dice che “combattere la politicizzazione di una parte della magistratura non significa dare anche minimamente l’impressione di tutelare sacche di impunità”. E ancora: “Il processo breve era un’amnistia mascherata”. Era ora. Notevole il passaggio da statista sul federalismo: come non condividere la proposta di Fini di convocare una commissione del Pdl sul decreti attuativi del federalismo fiscale, cui dovranno prendere parte tutti i nostri governatori di regione? Oppure il Pdl preferisce dare carta bianca a Calderoli? Se vogliamo una riforma per il futuro dell’Italia, il Pdl deve prendere l’iniziativa. Così come sulle riforme istituzionali: può il partito di maggioranza relativa non avere una propria bozza di riforma da presentare a tutte le forze politiche presenti in Parlamento? Sono questi gli interrogativi cui Berlusconi non darà risposta nel suo intervento di replica. Gianfranco Fini non vuole fare la fronda interna, non vuole sabotare il Pdl ma vuole un partito che si riunisca, discuta e alla fine decida sui temi che riguardano il futuro dell’Italia. La politica italiana oggi è cambiata. E sul “One man show” scorrono i titoli di coda.
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