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Anche Sparanise aveva il suo centro storico: poi venne "ruspa selvaggia" e...

Terzo appuntamento con la rubrica di Peppe Marchione
14/11/2011 12:52

L’Alieno - Anche Sparanise ha il suo centro storico. Anzi, l’aveva. Perché ci siamo messi d’impegno in tutti questi anni per smembrarlo, stravolgerlo, ridicolizzarlo con interventi osceni, fino quasi ad annullarlo del tutto. Complimenti!
Tutti hanno snobbato il concetto di centro storico applicato al nostro paese. I più ritengono che si debba parlare di centro storico solo in caso di importanti evidenze architettoniche ed urbanistiche. Niente di più sbagliato! Il centro storico di una comunità rappresenta la continuità con il suo passato (che talora è anche presente); la sua memoria, sedimentata in quei muri, facciate, portali, cortili, vicoli e strade. Ha un’importanza che travalica i giudizi estetici. Molti altri se ne sbattono semplicemente. In questo folto gruppo vanno inclusi, oltre che privati cittadini, amministratori e politici in generale, costruttori, progettisti. Non se ne salva quasi nessuno. Voglio fare solo un esempio, che tra l’altro potrebbe diventare occasione di riscatto. Sto parlando del palazzo Marrandino-Mesolella, quello, per intenderci, dove si trovava il cinema “pidocchietto” degli anni ’60 e ’70. Siamo in presenza del più bel palazzo di Sparanise, sia per l’imponenza architettonica sia per le soluzioni decorative. E’ un piccolo gioiello del nostro passato, che per fortuna, almeno esternamente, è ancora integro. Ma, dopo aver sollevato lo sguardo agli eleganti balconcini, alle cornici, alle decorazioni, proviamo a guardare terra terra. Cosa vediamo? Oscene deturpazioni compiute dai proprietari dei locali che affacciano sulla strada a pianterreno. Si sono sbizzarriti a rivestire, tinteggiare, “personalizzare” le facciate dei loro esercizi commerciali con una fantasia ed un gusto che hanno qualcosa di ributtante come minimo. Eppure nessuno ha detto niente. Come se non ci fosse stato alcun vincolo normativo; ma che dico? Nessun rispetto! Sarebbe bastato imporre di mantenere le caratteristiche e la tinteggiatura della facciata come si trovano ai piani superiori per mantenere l’armonia e l’eleganza di questo edificio. E quanti altri casi come questo ci sono a Sparanise! I nostri concittadini si sono innamorati dell’alluminio anodizzato, utilizzandolo per finestre, verande, ingressi. E dove è avvenuto più massicciamente tutto questo? Nel centro storico, naturalmente. Geometri ed architetti, coadiuvati dalle ditte costruttrici, hanno distrutto, ad esempio, il palazzo baronale dei Ricca, già pesantemente bombardato nell’ultima guerra. La facciata, che si trovava su via Torretta, è stata stravolta. L’ingresso sulla piazza è scomparso per lasciare il posto ad un edificio anonimo e brutto, l’attuale municipio. E la cosa strana è che la volumetria, i muri maestri e, probabilmente, anche i vani sono rimasti inalterati, almeno per quanto riguarda il municipio. Ma la facciata andava rimossa, giusto? Grazie cari ex amministratori. Grazie mirabile progettista! Grazie costruttore!
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