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La fontana Beatrice e le sue gemelle di Pratola Peligna e Tomé in Cile

In giro per il mondo ce ne sono anche altre
16/1/2012 15:49

L’alieno - Stavolta voglio parlare di un bell’episodio che mi è accaduto qualche mese fa. Stavo passeggiando con un amico per il paese e gli stavo raccontando di un breve viaggio che avevo fatto in Abruzzo la domenica precedente. Mi ero sobbarcato un tragitto di alcune centinaia di chilometri per andare a vedere un paesotto a nord di Sulmona: Pratola Peligna. Ero arrivato in centro intorno a mezzogiorno di una bella giornata d’autunno; le strade e le piazze erano piene di gente del luogo che passeggiava, chiacchierava, entrava ed usciva da bar e cartolibrerie. Giunto in una delle piazzette del centro storico mi sono trovato davanti la fontana gemella della nostra Beatrice. Era lei che ero andato a cercare. Era uguale, tranne che per la forma curvilinea della vasca. Così, sotto gli sguardi un po’ incuriositi dei paesani, ho cominciato a scattare foto su foto a quella fontana, posta lì nel 1892.
Non è l’unica “sorella” della nostra fontana Beatrice. Ce ne sono altre in Italia e nel mondo; anche oltre oceano, vedi foto a sinistra con la Beatrice, la fontana di Pratola in Abbruzzo e quella di Tomé in Cile . Ma quella che ero andato a vedere era veramente la “gemella” e perciò meritava, secondo me, un omaggio. Mentre continuavo a raccontare del mio viaggio, eravamo sbucati in Piazza Giovanni XXIII e che ti vedo? Una signorina, con un’attrezzatura fotografica di ottimo livello dotata di macro obiettivo, stava scattando foto alla fontana Beatrice. Dopo averla osservata per un po’ tra lo stupito e il compiaciuto mi sono avvicinato e le ho chiesto: “Scusi, le posso chiedere perché sta facendo queste foto? Si tratta forse di una ricerca?” “No. “ Mi ha risposto. “Lo faccio per piacere”. “Ah … bello! Di dov’è?” “Vengo da Sessa Aurunca” mi dice. La saluto e ritorno dal mio amico. “Pensa un po’” gli faccio. Quella ragazza è venuta da Sessa, che è davvero una bella cittadina d’arte e di storia, a fotografare la nostra fontana. Allora non siamo i soli ad apprezzare la Beatrice sparanisana. Ne sono contento!”
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