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Oggi é la giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa

Riceviamo e pubblichiamo
3/5/2013 17:41

Pignataro Maggiore – E’ da dieci anni che il 3 maggio si celebra, in tutto il mondo, la giornata dedicata alla libertà e alla sicurezza dei giornalisti.
Una festa significativa soprattutto per le diverse difficoltà che in tutto il mondo devono affrontare coloro i quali si dedicano, per lavoro o per passione, all'informazione. In ogni angolo del mondo ci sono giornalisti minacciati, picchiati, trascinati in tribunale per spingerli a smettere di "disturbare". Ci sono Paesi in cui ci vuole coraggio a descrivere ciò che accade sotto casa. Tutto questo, al di la delle ovvie differenze tra un modo di imporre il silenzio e l'altro, hanno sempre e comunque un denominatore comune: la volontà da parte di pochi di nascondere alla massa le proprie malefatte, per poter continuare ad agire indisturbati. In un bell'articolo di Mario Calabresi, pubblicato su "La Stampa", di oggi, leggiamo:"Se chiedi a un giornalista tedesco o inglese che cosa sia pericoloso, ti risponderà: andare in Iraq, in Pakistan o in Mali. Se rivolgi la stessa domanda a un russo o a un messicano, il primo ti risponderà che rischia la vita chi non si muove di casa ma ficca troppo il naso nelle manovre del potere e nei suoi affari, il secondo che raccontare il narcotraffico e le guerre della droga è il mestiere più pericoloso del mondo". "In Italia - prosegue Calabresi - invece la domanda ha tante risposte. Da noi se vuoi vivere tranquillo è consigliato non partire per la Siria, l’Afghanistan, la Libia ma anche non fare inchieste sulla ‘ndrangheta o la camorra e non importa se il tuo lavoro lo fai a Napoli, a Modena, nella Locride o nell’hinterland milanese. Ma non basta. Se vuoi evitare minacce, aggressioni e fastidi lascia perdere pure gli anarco-insurrezionalisti, evita di avere spirito critico ad una manifestazione contro la Tav e non metterti a presentare libri di dissidenti cubani. L’intolleranza verso un’informazione libera e critica ha facce e radici le più diverse tra loro. L’Italia ha poi la variante giudiziaria: da noi il sistema politico e quello affaristico hanno il vizio di usare l’arma delle querele come minaccia e la richiesta di risarcimenti esorbitanti e sproporzionati rispetto all’eventuale danno ricevuto per scoraggiare i cronisti, i direttori e gli editori e per renderli più gentili e «distratti»". E' incedibile come una piccola redazione di paese, come quella di CdP, condivida con le grosse testate giornalistiche la sorte di essere continuamente al centro di tentativi di imporre di "non vedere" in una certa direzione, ed é incredibile come questa tendenza sia aumentata a dismisura da due anni a questa parte. Per una strana coincidenza siamo venuti a conoscenza del fatto che il sindaco Cuccaro ha sporto denuncia nei confronti della nostra testata giornalistica proprio nel giorno della ricorrenza che il mondo intero riserva alla libertà di stampa. Proprio oggi veniamo a sapere che il nostro servizio in cui venivano ripresi familiari di boss della camorra e persone condannate poi in primo grado ad oltre 9 anni di detenzione, con sospensione della pena, per concorso esterno in associazione mafiosa, ha suscitato l'ira di Raimondo Cuccaro al punto di fargli chiedere l'oscuramento dell'unico giornale online della comunità che egli stesso amministra. Per carità riteniamo che sia un diritto di tutti difendersi da accuse rivolte dalla stampa e ritenute lesive della propria onorabilità, ma l'oggettiva presenza di quei personaggi alla festa della sua vittoria alle ultime Amministrative, avrebbe quanto meno dovuto suggerire all'esponente del Pd di Pignataro Maggiore di evitare di richiedere la chiusura del giornale online, non fosse altro che fu proprio lui, alla cerimonia di intitolazione della strada al giornalista Giancarlo Siani, a dire quanto fosse indispensabile il lavoro di denuncia fatto dai giornalisti e di come questi dovrebbero essere tutelati da tutti poiché agiscono, proprio svelando collusioni tra chi amministra e la camorra, nell'interesse generale dei cittadini. Certo, probabilmente Cucacro in quel momento pensava ai fatti di cronaca di Napoli, e non a quelli che riguardavano il paese che egli stesso amministra. Fose il suo pensiero completo era che era "indispensabile il lavoro di denuncia dei giornalisti che operano lontano da Pignataro". Vede, Sindaco, purtroppo il nostro giornale si chiama "comunedipignataro.it". Noi si amo di Pignataro. Noi conosciamo da dentro questa realtà e ci rivolgiamo ai nostri concittadini. ë loro interesse certamente sapere cosa accade a Caserta, a Roma, a Milano e nel mondo, ma chi amministra il modo in cui é amministrato e gestito il nostro piccolo Paese ha un impatto immediato sui suoi cittadini, per cui sarà sempre il "locale" ad essere il nostro principale centro di attenzione, senza certo trascurare cosa accade fuori dalle porte di Pignataro Maggiore, ma demandando ad altri siti gli approfondimenti del caso. Riteniamo anomalo che un Sindaco di sinistra sia così ostile ad un giornale, adottando una linea in aperto contrasto con quella della sinistra nazionale, cercando di mortificare in ogni modo l'unico organo di informazione gestito da persone che operano e vivono nella sua comunità, nell'interesse di questa, e a titolo gratuito. Ovviamente siamo più che certi che i valorosi Magistrati di S. Maria C.V. sapranno facilmente comprendere quali siano le reali motivazioni che l'hanno spinta a cercare di zittirci, cosa che peraltro non accadrebbe nemmeno se un giorno per un motivo o per un altro non dovesse piú esistere comunedipignataro.it. Nell'interesse dei cittadini, piuttosto, sarebbe utile che rispondesse, una volta epe r tutte, alle dieci domande e mezzo che le posi il 28 luglio 2012, alle quali non ha mai dato alcuna riposta, Le assicuro che l'interesse dei cittadini, di cui lei parlò alla cerimonia di intitolazione della strada al giornalista Giancarlo Siani, passa proprio attraverso le risposte che vorrá dare. Per quando riguarda la chiusura di CdP, che lei si auspica, il sottoscritto é a disposizione del PM per sottoporgli tutti gli elementi che lo hanno indotto a formulare le suddette domande. Pietro Ricciardi, Comunicato Stampa
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